SCOTT HOFF Vice-presidente, Club Italiano per piacere Il 16 marzo 2018 alle ore 18 avremo il piacere di incontrare la direttrice del Contemporary Art Museum St. Louis (CAM) Lisa Melandri, che ha organizzato una mostra dell'artista Salvatore Scarpitta (1919-2017) intitolata Salvatore Scarpitta: Racing Cars.
Sia Scarpitta che la Melandri sono nati negli Stati Uniti da genitori italiani, e entrambi hanno studiato rispettivamente arte e storia dell'arte in Italia. Lisa ci spiegherà l'arte di Salvatore Scarpitta, che, nato a New York nel 1919 da padre italiano, visse a Roma dal 1936 al 1958, dove frequento' l'Accademia di Belle Arti. Fu il gallerista Leo Castelli, conosciuto in Italia, a invitarlo a esporre nella sua galleria di New York, e per questo Scarpitta ritornò negli Stati Uniti, dove nel 1959 espose le sue tele realizzate con bende e fasce di tessuto, opere tra le più note della sua produzione. Agli inizi degli anni Sessanta costruì due auto da corsa, dieci anni dopo altre due - divenute sua cifra stilistica - che espose alla Leo Castelli Gallery. Il gallerista di origini triestine divenne il suo protettore, impegnandosi ad organizzare, fino al 1992, una decina di sue mostre personali. Negli Stati Uniti frequentò i maggiori artisti del tempo, da Mark Rothko a Willem de Kooning, oltre a critici. Ma una vasta parte della sua attività si svolse in Italia, dove Scarpitta frequentò gli artisti più innovatori ed aperti al panorama internazionale, da Alberto Burri a a Piero Dorazio, Fontana, Turcato, Consagra. Espose a più riprese alla Galleria La Tartaruga, e fu presente con sale personali alla Biennale di Venezia del 1972 e del 1993. Una sua personale si è tenuta nel 2007 allo Spazio Mazzotta di Milano, mentre a Pescara, sempre nel 2007, si svolse la mostra L'Arte e La Tartaruga: omaggio a Plinio De Martiis, dove Scarpitta è uno dei protagonisti. Le auto da corsa in mostra al CAM, che rappresentavano per Scarpitta il culmine dalla passione per il movimento come metafora della vita stessa, non erano tutte destinate all'esposizione: molte furono costruite in vista di una gara. «La mia etica» – ripeteva Scarpitta – «consiste nel trovare nella presenza visiva, che è sotto la forma dei rottami della vita, altri agganci che portano a capire che questo lavoro, se è arte, conduce altrove. L’altrove sta nella storia comune a tutti, attraverso i passaggi che tutti incontriamo prima o poi». Il bar al CAM sarà aperto per l'aperitivo, e magari un brindisi all Melandri e a Scarpitta. Grazie a Luciana Borbely per aver organizzato questo evento per noi.
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