Intervista esclusiva di Michael Cross al prof. Nicola Pozzi, PhD, professore di biochimica alla Saint Louis University Ci racconti un po' su di Lei, da dove viene, del suo periodo presso l'Università di Padova e del suo viaggio a St Louis.
Mi chiamo Nicola Pozzi e vivo in St. Louis da circa 10 anni. Sono sposato con Barbara Hawatmeh e ho tre bellissime bambine, Valentina (7), Alessandra (5) e Bianca (3). La mia storia inizia 39 anni fa a Feltre, un piccolo paese di montagna ricco di storia, cultura e bellezze naturali. Feltre è posizionato ai piedi delle Dolomiti, in provincia di Belluno, nei pressi di località sciistiche rinomate come Cortina D’Ampezzo, Madonna Di Campiglio, e, allo stesso tempo, vicino a città d’arte come Vicenza, Padova, Verona e Venezia. Mia madre, Lucia Perenzin, e la sua famiglia sono “feltrini” da generazioni, mentre mio padre, Fabrizio Pozzi, e la sua famiglia sono originari da Verona e naturalizzati “feltrini”. Ho un fratello più grande, Stefano, con cui sono molto legato. Stefano vive a Feltre con sua moglie Alessia e il mio super nipote Francesco. Sono molto orgoglioso delle mie origini feltrine e delle nostre tradizioni, che sono inevitabilmente legate alla storia secolare della nostra città e del territorio. Particolarmente importanti per me sono due eventi che si celebrano ogni anno: il Palio e la Festa della Liberazione. Il Palio è una manifestazione che celebra ogni anno la consegna di Feltre alla Serenissima di Venezia, un evento storico importante per la città e i suoi abitanti. Ogni estate, ad agosto, i quattro quartieri della città si sfidano e danno spettacolo ad uno degli eventi più affascinanti a cui abbia partecipato. La Festa della Liberazione è una festa nazionale, che viene celebrata in tutta Italia. A Feltre e dintorni, però, questa festa è molto sentita perché ci ricorda il sacrificio dei nostri familiari caduti durante la Prima e la Seconda guerra mondiale per difendere il nostro territorio e la libertà. Come molti feltrini, sono cresciuto all’aria aperta, praticando vari sport tra cui calcio, ciclismo e scii. Ho avuto la fortuna di giocarne per molti anni a calcio a buoni livelli, facendone una professione, fino a che ho deciso di dedicarmi complementarmente agli studi all’ Università di Padova. A Padova, una delle più antiche e prestigiose Università’ in Europa, ho prima ricevuto la laurea in Farmacia (Pharm.D.) e poi mi sono specializzato in un’area dell’ industria farmaceutica che si chiama biotecnologia, il cui obiettivo è sviluppare bio-farmaci, come ad esempio vaccini e nuove medicine per cancro, autoimmunità, malattie cardiovascolari, etc. Dopo aver ricevuto il mio Ph.D. in Scienze Biomolecolari (i.e., Biochimica e Biofisica), mi sono trasferito a St. Louis per continuare la mia carriera di ricercatore. Sembra che Lei avesse sviluppato particolare interese per i processi chimici delle proteine. Da dove proviene la sua curiosita’ per questo campo? Da bambino, a detta di mia madre, ero molto curioso e avevo il desiderio di capire come funzionano le cose nel dettaglio. Prendevo oggetti molto semplici come sveglie, radio, lampadine, li disfacevo e ceravo di rassembrali (con poco successo). Mi sono poi appassionato, con la stessa voglia di conoscere i dettagli, allo studio del corpo umano. A quel tempo non sapevo cos’erano le proteine ma credo che la mia passione sia il frutto di quel desiderio di conoscere come funzionano le cose. Mi sono innamorato dei processi chimici delle proteine all’Università dove ho cominciato ad apprezzare la bellezza e complessità del corpo umano. Oltre all'insegnamento, di quali progetti si sta occupando all'università? Come molti professori nelle Scuole di Medicina negli Stati Uniti, la maggior parte del mio tempo lo passo facendo ricerca, la mia vera passione. In questo contesto, il mio lavoro è sviluppare nuovi progetti di ricerca, trovare i soldi necessari per far si che le idee diventino realtà e divulgare i risultati in riviste scientifiche e congressi. In generale, il mio laboratorio si interessa di capire i meccanismi che ci consentono di non sanguinare quando ci procuriamo una ferita (coagulazione) e, allo stesso tempo, di non formare coaguli quando non è necessario. Purtroppo, questi meccanismi non sempre funzionano come dovrebbero. Di conseguenza, molte persone sono a più alto rischio di sviluppare malattie molto gravi, come gravi forme di sanguinamento (emorragia), infarto cardiaco, embolia polmonare e ictus cerebrale. Ci potrebbe raccontare dei nuovi sistemi diagnostici e terapeutici che sta sviluppando per combattere i disturbi cardiovascolari e autoimmuni? Al momento, abbiamo due progetti di ricerca attivi. Il primo progetto si occupa di sviluppare dei nuovi farmaci anticoagulanti che permettano alle persone di vivere una vita normale, senza doversi preoccupare di effetti collaterali molto gravi e debilitanti, come il sanguinamento. Oggi, questo tipo di farmaci non esiste. Il secondo progetto ha come obiettivo quello di capire il motivo per cui alcune persone sviluppano inaspettatamente dei coaguli in assenza di fattori di rischio conclamati, come ad esempio malattie genetiche, ipertensione, diabete, etc. Negli ultimi anni stiamo studiando una malattia autoimmune che si chiama sindrome da anticorpi antifosfolipidi, o più semplicemente APS. Mentre gli anticorpi sono importanti e necessari per proteggere il corpo da infezioni, gli anticorpi antifosfolipidi attaccano delle proteine che contribuiscono nel mantenere il sangue fluido, e questo li rende molto pericolosi. Il nostro lavoro consistente nel capire perché e come gli autoanticorpi antifosfolipidi aumentano il rischio di trombosi, e, allo stesso tempo, nello sviluppare delle metodiche che ci consentano di diagnosticare e trattare in modo tempestivo i pazienti a rischio. Grazie ad alcune scoperte fatte di recente, ora stiamo sviluppando dei nuovi test diagnostici e abbiamo nuove idee per combattere questi tipi di autoanticorpi. Spero che il nostro lavoro possa aiutare molti pazienti in futuro.
4 Comments
Franco Giannotti
9/2/2020 09:39:42
Bellissimo articolo e interessantissimo Nicola Pozzi. Un abbraccio anche a Barbara e le tre adorabili bambine. Evviva Feltre :)
Reply
valentina
2/8/2022 11:18:02
i agree
Reply
Nerina Giannotti
9/2/2020 10:53:12
Bellissimo articolo. Complimenti a Nicola.
Reply
valentina
2/8/2022 11:16:59
I love you papa
Reply
Leave a Reply. |
AuthorsGiovanna Leopardi Year
All
Archives
September 2024
|
|
Contact us:
|