STEFANO VENDITTI - CAMPOBASSO.IT
Studentessa, sportiva, fotografa, atleta di primo piano. Sono solo alcune delle mille sfaccettature di una giovanissima campobassana che con il suo carattere e la sua determinazione sta conquistando l’America. La città a stelle e strisce di Saint Louis, infatti, è da qualche mese la sua nuova realtà. Dove sta affinando le sue abilità e i suoi diversi talenti sportivi e professionali. Una ragazza che ha ben chiaro i suoi obiettivi e il suo percorso formativo. Che ha accettato una vera e propria sfida in un momento cruciale per la sua crescita umana e professionale. Ilaria Marino è partita per l’America con il preciso intento di fare un salto di qualità. Un salto di qualità nel suo percorso personale ed umano e di studentessa. Una scelta coraggiosa e determinata che da sempre ha ricevuto l’appoggio della sua famiglia. Famiglia che ha sempre rappresentato per lei le basi solide sulle quali costruirsi come donna, come professionista, come sportiva. Una ragazza d’oro pronta a conquistare il mondo grazie alla sua cordialità e alla sua estrema determinazione. Una giovane campobassana che sta portando in auge il buon nome della sua città natale Campobasso e dell’intero Molise. Un ambasciatrice della “molisanità” in una terra che può offrire tanto ad una ragazza con un talento fuori dall’ordinario. Come quello che Ilaria ha nel suo Dna. Ilaria fa parte di quella generazione di giovani campobassani che fuori dai confini regionali e nazionali stanno ottenendo il meritato riscontro al loro talento. Presentati sia come atleta sia come studentessa Il mio nome è Ilaria ho 17 anni, compiuti da pochi mesi, e abito a Campobasso, città in cui sono nata e cresciuta. Quando si tratta di parlare di me è sempre abbastanza difficile, forse perché non so mai bene quale delle tante sfaccettature di me raccontare. Mi piacerebbe iniziare con cosa mi rende felice nella vita, che può sembrare abbastanza banale, ma non lo è affatto. Si tratta come prima cosa della mia famiglia, che mi ha sempre supportata in ogni scelta, anche la più pazza, e nonostante tutto riesce sempre a sorprendermi senza deludermi mai. Sin da quando andavo alle elementari non posso negare che mia madre mi ha sempre aiutata e appoggiata in ogni difficoltà, ed è anche a lei che devo il mio attuale stile di vita del non arrendersi mai. Successivamente ho desiderato sempre di più di poter fare le cose autonomamente. Mio padre anche se impegnato con il lavoro, è sempre stato presente, e ogni suo momento libero lo passa con me e mio fratello coinvolgendoci in attività di famiglia. All’età di 10 anni, dopo aver praticato danza classica e nuoto, mi sono avvicinata al mondo della ginnastica ritmica presso la società ASD Ritmica JAD, lo sport che mi ha cambiato la vita. Se non fosse stato per mia madre che quella sera mi chiese ‘Allora ti va di provare?’ probabilmente non avrei mai messo piede in quella palestra e ora non sarei la persona che sono. La ginnastica ritmica non mi ha formato solamente a livello atletico, bensì soprattutto a livello caratteriale e umano. Mi ha insegnato valori importantissimi, che mi porterò dietro per il resto della vita. Anche per merito della mia allenatrice Enza Fusco che mi è sempre stata vicina durante questo percorso. Questo sport insieme alla scuola durante la settimana sono sempre state le cose che hanno occupato la maggior parte del mio tempo, ma non mi è mai pesato più di tanto, perché mi hanno sempre appassionato entrambe. Di solito dedico il weekend alle uscite con i miei amici e un po’ di svago. La scuola che frequento è il liceo linguistico, studio inglese francese e tedesco, e credo che non avrei potuto fare scelta migliore di questo indirizzo. Nel mio tempo libero una passione che coltivo sin da quando ero piccolissima (grazie a mio padre) è la fotografia, è ciò che mi piace di più in assoluto insieme al cinema. Provo sempre a trasmettere emozioni attraverso le mie fotografie, e quando ci riesco è una gioia immensa. In genere fotografo tutto ciò che mi colpisce e che possa creare un momento perfetto. Ho sempre cercato di unire fotografia e sport, per questo motivo amo scattare anche durante competizioni sportive, come il Giro d’Italia (il ciclismo è uno sport che mi appassiona tantissimo) o tutte le gare di Ginnastica Ritmica, della mia società e non solo, ma quella più importante è stata i Mondiali che si sono tenuti a Pesaro nel 2017. Sto coltivando questa passione, e mi piacerebbe imparare sempre di più, infatti ho partecipato a diversi corsi, workshop, e concorsi fotografici. Difatti durante gli studi nella scuola americana, ho scelto e frequentato la classe di fotografia, in cui è stata allestita una mostra alla fine del semestre e sono state aggiunte diverse delle mie fotografie scattate durante l’anno con la macchina fotografica analogica. L’opportunità di partire per Saint Louis come si è concretizzata? Sin da quando ero bambina sono sempre stata definita come ‘una sognatrice ad occhi aperti’, ho sempre desiderato di poter vedere la città di New York, e studiare in una ‘scuola con gli armadietti’, crescendo però ho avuto sempre di più il desiderio di realizzare qualcuno dei miei tanti progetti. Trovandomi in un liceo linguistico e in vista di una scelta futura di una ipotetica università, frequentare il quarto anno in una High School americana mi è sembrata un’opportunità da non poter perdere. Durante il secondo e il terzo anno di scuola superiore ho iniziato ad informarmi su tutti i possibili modi per frequentare un anno di studi all’estero, e finalmente ad agosto del 2019 all’età di 16 anni dopo un anno di preparazione, ho lasciato l’Italia. Molti tuoi coetanei avrebbero molti timori ad affrontare un periodo formativo così lungo e lontano da casa. Cosa ti aspetti da questa opportunità di studio e immagino di crescita esponenziale? Beh, in effetti mi sono sentita dire da molte persone che fossi pazza, coraggiosa, responsabile o tanto altro e probabilmente ero un mix di tutto questo. Personalmente credo solo che prima o poi dobbiamo separarci dalla nostra vita di sempre, dai nostri genitori, dalla nostra ordinarietà. C’è chi se ne va di casa prima, chi molto tardi e chi addirittura non se ne va. Io ho deciso che per un anno avrei voluto vivere una vita diversa, lontano dal posto che mi ha vista crescere, conoscere nuove persone, immergermi in una cultura a me sconosciuta, e vedere con i miei occhi com’è questo paese di cui tutti parlano. Posso solamente dire che questo anno in America mi ha completamente fatta crescere e diventare una nuova persona, mi sono ritrovata completamente sola a vivere situazioni a cui, se fossi rimasta in Italia, non avrei neanche mai pensato. Sicuramente mi aspetto una crescita a livello didattico e culturali; sociale, per il larghissimo raggio di relazioni e rapporti in tutto il mondo creato sia prima sia durante questa esperienza; ed infine una crescita a livello personale, che come ho già accennato, ha portato ad un’indipendenza e autonomia, che caratterizzano oramai la mia quotidianità, e un modo totalmente nuovo di vedere le cose. L’America vista dagli occhi di una giovane ragazza campobassana, puoi descrivercela? Appena scesa dall’aereo a New York non avevo realizzato di essere effettivamente lì e mi sembrava di vivere in un sogno, come lo era stato per tanti anni. Se potessi descrivere con una sola parola gli Stati Uniti sarebbe: ‘grande’, infatti la mia prima impressione arrivata a St. Louis è stata che tutto fosse enorme, dalle strade alle case, dagli edifici ai negozi, dalla bottiglia del latte al bicchiere, qualsiasi cosa è più grande del normale. Stando all’estero mi sono accorta anche di quanto magnifica e meravigliosa sia l’Italia, e di quante cose gli altri paesi mancano. La differenza più evidente è sicuramente la scuola. Gli studenti passano la maggior parte della loro giornata a scuola, e la loro vita gira tutta intorno ad essa. Gli edifici scolastici oltre ad essere spaziosi e in continua manutenzione, offrono l’opportunità di praticare diversi tipi di sport o unirsi ai club pomeridiani, di qualsiasi classe che si può studiare anche durante le lezioni la mattina riguardante qualunque campo: scienza, informatica, lingue, arte, teatro, musica…ovviamente la scuola predispone di laboratori ed aule enormi in grado di poter praticare ogni materia citata (e non solo). Dagli occhi di una diciassettenne di una piccola realtà come Campobasso ho notato che a livello economico anche le piccole cittadine degli Stati Uniti funzionano in modo eccezionale, soprattutto per l’efficienza nelle infrastrutture spaziose e sempre in continuo cambiamento. Inoltre la tecnologia è presente nella quotidianità, e molto di più rispetto a come la utilizziamo noi, ad esempio, alcune persone fanno la spesa completamente online. Per quanto riguarda le persone, posso dire che sono tutte sempre gentili e sorridenti, all’inizio mi sembrava strano che gli estranei si dicessero ‘buonasera’ tra loro, ma poi mi sono abituata, e ho capito che gli americani sono fatti cosi, sono sempre cortesi anche se la loro giornata magari è stata la peggiore della loro vita. Parallelamente oltre a studiare stai avendo la possibilità di migliorarti anche dal punto di vista sportivo e della ginnastica ritmica? Per quanto riguarda lo sport, la Ginnastica Ritmica non è uno molto diffuso a differenza della Ginnastica Artistica, Cheerleading o danza, ma ho avuto la possibilità di poter sperimentare e provare due nuovi sport non molto praticati in Italia. La mia scuola americana, la Parkway Central High School, ha una vasta scelta di sport che cambiano in ogni stagione, io durante la ‘Fall season’ cioè la stagione dell’Autunno ho avuto il piacere di entrare nella squadra JV di Softball, uno sport simile al Baseball ma solamente per le ragazze, ed è stata un’esperienza fantastica, la nostra squadra era molto affiatata e ci vogliamo ancora bene, e i coach erano bravissimi. Rispetto alla ginnastica ritmica questo sport è molto molto diverso, ma ho avuto il piacere di provare una cosa nuova che mi ha riempito il cuore di ricordi stupendi che porterò sempre dentro di me. Sport ancora più diverso, durante la ‘Spring season’ ovvero stagione di Primavera, Lacrosse: uno sport che mi è piaciuto tanto ma che ho potuto praticare solamente per un mese a causa delle chiusura delle scuole. L’emergenza coronavirus, puoi dirci come segui gli sviluppi in Italia? Quando andavo a scuola, prima che la chiudessero, il mio professore di Government ci faceva vedere in ogni lezione dei video aggiornamento di ciò che succedeva ogni giorno in America e nel mondo. Per quanto riguarda il periodo in cui è iniziata la quarantena sono in continuo contatto con la mia famiglia e seguo le notizie online. E in America, a Saint Louis la situazione attuale? Ha modificato la tua routine quotidiana? Nella città di St. Louis per ora la regola sarebbe di stare a casa e uscire solamente per le emergenze come fare la spesa o comprare farmaci. I controlli non sono così severi come in Italia, quindi le persone sono ancora libere di circolare senza conseguenze penali. La mia routine quotidiana è stata completamente stravolta, prima uscivo di casa alle 6:30 e rientravo intorno alle 18:00, e durante la giornata andavo a scuola, e successivamente agli allenamenti. Mi piace stare in mezzo alle persone, e tutto ad un tratto mi sono ritrovata a non fare più le cose che facevo prima, come tutti ovviamente, e a non poter vedere più i miei amici studentessa e i professori. Ho iniziato a seguire i corsi online della scuola americana di giorno, e quelli della scuola italiana di notte. Durante i prossimi mesi avrei dovuto concludere questa esperienza, con il Prom (il ballo di fine anno) e la Graduation finale. Mi sarebbe piaciuto molto poter concludere al meglio questo percorso, ma è andata così e ora la mia speranza e il mio augurio è solo che tutto ritorni alla normalità! Come si è organizzata Saint Louis per fronteggiare il coronavirus? Attualmente tutti i negozi e gran parte dei parchi sono chiusi, i ristoranti sono aperti solamente per prendere il cibo nel posto e mangiarlo a casa o per consegna a domicilio. In Italia gli studenti sono tutti in modalità a distanza online con i loro rispettivi percorsi formativi, tu? Come ho già accennato sto frequentando la scuola americana online di giorno, eseguendo i compiti di ogni classe, i professori sono in continuo contatto con noi attraverso delle domande o questionari online in cui ci chiedono in continuazione come sia il nostro umore e cosa facciamo durante la giornata. Di notte mi collego con la scuola italiana in video lezione per seguire tutto ciò che stanno trattando al momento. Terminata questa esperienza pensi che l’America possa far parte del tuo futuro di studentessa e di sportiva? Probabilmente sì, probabilmente no. Non sono ancora sicura di ciò che vorrò fare terminati i miei studi alle scuole superiori, magari qualcosa che riguardi la fotografia, il cinema, l’arte. Come atleta spero di poter continuare a praticare sempre sport, perché è ciò che mi fa stare bene e mi libera da tutti i pensieri. Come studentessa credo ci sia ancora un po’ di tempo per pensarci, ma spero che riuscirò a trovare ciò che più mi piace e che mi possa appassionare per il resto della vita.
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AuthorsGiovanna Leopardi Year
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