Elizabeth Bernhardt, PhD Lecturer of Italian at Saint Louis University Benvenuti! Ecco la seconda edizione della newsletter che serve ad avvicinare St. Louis e Bologna, città gemellate nel 1987, e ri-gemellate nel 2017. Il nome qui è stato cambiato rispetto alla prima edizione uscita qualche mese fa. La prima edizione si chiamava “La voce del popolo” che è un bel nome con tante connotazioni positive per quello che vorremo promuovere come organizzazione internazionale; però nel frattempo sono arrivata io e ho pensato che sarebbe bello trovare, se possibile, un nome più specifico e creativo, che magari legasse qualcosa di comune tra queste due città, un nome che magari c’entra in modo più preciso con due posti cosi diversi.
Allora, avendo vissuto quasi tutta la mia vita tra St. Louis e Bologna, ogni tanto la gente di qua e di là mi chiede: “Ma sono simili queste due città?” Negli ultimi vent’anni ho dato diverse risposte, ma la prima cosa che noto tra di noi è che condividiamo un clima simile, quasi uguale, e quindi “godiamo” di molta umidità e, come conseguenza, di molte zanzare… Ma a parte il clima e gli insetti, noto che St. Louis e Bologna sono due luoghi costruiti—almeno in parte e duranti alcuni secoli delle loro storie—in mattoni. Le due città hanno quindi origini umili in comune: sono costruite dalla terra, e dalla terra similmente rossa, malgrado le loro posizioni geografiche lontanissime tra di loro. Queste due città sono state costruite dalle mani d’ artigiani che hanno creato e usato questo materiale pratico e letteralmente basilare per noi tutti. Con questo titolo, vorrei avvicinare le culture delle due città per arricchire i lettori di St. Louis e di Bologna, facendoli conoscere meglio e facendolo con un articolo interessante alla volta, per contribuire alla “costruzione” della conoscenza della gente tra due città e in modo “terra terra” dalla base in su. In secondo luogo trovo bello il fatto che gli studenti bolognesi chiamino i loro testi più pesanti e impegnativi “mattoni” — un nome che, non solo richiama questo stesso oggetto di cui stiamo parlando, ma è un termine della parlata degli studenti ed è legato alla sapienza che acquistano e che hanno reso Bologna famosa come “la dotta.” Per ultimo, il nostro titolo “mattoni rossi”, riflette un altro dei soprannomi di Bologna che viene chiamata “la rossa” per diversi motivi: per il colore dei suoi mattoni, ovviamente, per le tonalità “ufficiali” rossastre dipinte sull’intonaco che copre i mattoni (il cui pigmento appartiene pure alla stessa terra), e per lo spirito “rosso” cioè “sociale” di Bologna che gode di un’enorme università piena di giovani studiosi di tutta la penisola e del continente europeo (e nei nostri tempi, pure del tutto il mondo), e delle loro idee nuove che scambiano e si infiltrano da secoli nel modo di pensare bolognese. Da secoli Bologna è simbolo della massima espressione della vita studentesca in Italia, ed è un posto conosciuto in tutto il mondo per la sua Università fin dall’anno 1088 (o nei dintorni) quando lo studium fu fondato. Quindi si dice che Bologna abbia uno spirito colto, libero e “rosso,” cioè uno spirito giovanile con gran voglia di conoscere il mondo, e che rende la città particolarmente attiva, spiritosa, artistica, poetica, e per forza ben-informata—e sono tutte caratteristiche che piacciono quando si pensa ad una newsletter informativa. Desideriamo promuovere esattamente questi principi, con questa nuova pubblicazione. Gli articoli importanti presenti in queste pagine sono la prova del nostro desiderio di lavorare in modo “costruttivo” per conoscerci meglio. Vi auguro buona lettura!
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AuthorsGiovanna Leopardi Year
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