Michael Cross intervista Giorgio Bucci, CEO di Arteco Global e fondatore della Italian Business Association of St Louis Giorgio, raccontaci qualcosa di te. Da dove vieni e come sei arrivato negli Stati Uniti? Nello specifico, perché sei venuto a St Louis?
Sono nato e cresciuto a Faenza in provincia di Ravenna. Sono venuto a St Louis nel 2003 per lavorare ad un internship sul controllo qualità in una azienda manifatturiera chiamata Hydromat. Questa azienda aveva dei forti legami con una società italiana posseduta dalla mia famiglia. Una volta finito l’internship, ho deciso di rimanere a St Louis e ho proseguito il mio percorso di apprendimento con un corso di Master in Business and Administration presso la Saint Louis University per un periodo di due anni. Cosa ti ha spinto ad essere imprenditore negli Stati Uniti? Una volta terminato il mio percorso di studi alla Saint Louis University ho avuto l’intuizione che il mercato della sicurezza fisica fosse in forte crescita. Ho così gradualmente sposato il core business di Arteco, società a quell’epoca diretta da mio padre, Carlo Bucci, dall’elettronica industriale (PLC e CNC) alla sicurezza nel campo della videosorveglianza intelligente. Ho così contribuito ad aprire la prima filiale estera di Arteco qui a St Louis nel 2005 perché ero consapevole che il mercato americano era più propenso ad accogliere nuove tecnologie rispetto al mercato nazionale italiano. Da quel momento ho sempre vissuto a St Louis e contribuito alla crescita di Arteco soprattutto negli Stati Uniti. Come mai hai scelto St Louis per avviare la tua attività? Il fatto che St Louis sia geograficamente posizionata in maniera perfetta per servire il mercato nazionale americano ha sicuramente contribuito all’apertura di Arteco nel Midwest. Inoltre, in quell’epoca, avevo già un network di conoscenze avanzato nella città di St Louis e quindi rimanere dopo gli studi alla Saint Louis University e' stato senz’altro il passo più fisiologico e una decisione che si è rilevata vincente. Quali sono i fattori chiave che hanno portato la tua attività ad avere così tanto successo? A mio parere le aziende sono fatte di persone. Il saper scegliere il gruppo giusto è senz’altro la scelta più delicata ed importante per un imprenditore. Dopo quasi 20 anni di attività posso dire con orgoglio che il successo di Arteco Global è dovuto in primis dalle persone che in questi anni hanno lavorato alla crescita aziendale. La nuova sfida a cui stiamo lavorando è quella di spostare il mercato della videosorveglianza professionale verso un modello di recording revenues, con il nostro software dato a canone mensile o trimestrale. Quale consiglio vorresti dare agli aspiranti imprenditori italiani all'inizio della loro attività negli Stati Uniti? Mi sento di dire ai futuri imprenditori che sarà la loro motivazione e determinazione a determinare se avranno successo o meno. Già è difficile essere lavoratori autonomi, in più all’inizio, qui negli Stati Uniti ci sono ulteriori ostacoli, come permessi di lavoro e soggiorno, quindi serve ancora piu’ determinazione e lavoro. Dalle mie parti si dice: “testa bassa e pedalare”. Come è venuta l’idea della Italian Business Association of St Louis? Siccome la Comunità Italiana di St. Louis è in forte crescita ed è ben organizzata da molti volontari tra cui spiccano i nomi di Franco Gianotti, Scott Hoff, Giovanna Leopardi e lo stesso intervistatore Michael Cross, fondatore della comunità, ho pensato che fosse arrivato il momento di coadiuvare le attività culturali a quelle di business. Lo scopo della Italian Business Association è semplicemente quello di facilitare e aiutare i rapporti tra le aziende del Midwest che vogliono affacciarsi sul mercato italiano e viceversa tra le aziende Italiane che vogliono intraprendere un percorso negli Stati Uniti ed in particolare nel Midwest.
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