Italian residents in St Louis, Sara and Edoardo di Benedetto, have decided to make their home in Italy available to refugees from Ukraine. While they are offering it for free, additional costs must be paid to help support the family, (utilities, food, clothes, insurance, transportation and more). The Italian Community of St Louis is more than happy to give support for this beautiful initiative.
For more information on this initiative, please click on the following link: Fundraiser by Sara Di Benedetto : Help us to host Ukrainian refugees in our home (gofundme.com)
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MASSIMILIANO CRISTINA Corrispondente - MLS Soccer Italia Il soccer è da sempre lo sport più amato e praticato nella città di St. Louis, Missouri. Quando il Commissioner della MLS Don Garber ha terminato il tour delle Expansion MLS nella città di St. Louis, Missouri, in buona parte degli Stati Uniti è riecheggiato un metaforico “Oh, finally!”. Il calcio è arrivato nella Soccer City, finalmente a St. Louis c’è una franchigia nella Major League Soccer, era un sogno e un obiettivo degli appassionati in città sin dal 1996, anno della fondazione della lega calcistica nordamericana. L’annuncio di Garber della prossima squadra a St. Louis, che scenderà in campo dal 2023 in un nuovo stadio, è stato vissuto come una sorta di liberazione dagli appassionati di soccer, il lieto fine di un romanzo che per più di venti anni non si era sviluppato come in molti avrebbero voluto; un vuoto riempito dalla città che più di tutte ha contribuito nello scorso secolo a far sviluppare uno sport storicamente chiuso tra baseball, football americano, basket e hockey. La città di St. Louis, nonostante non avesse una squadra nell’élite del soccer nordamericano ormai da decenni, ha una lunga tradizione calcistica fatta di vittorie, imprese storiche e passione per le strade che non ha eguali nel resto del territorio statunitense. Trofei vinti prima ancora che la prima NASL e la MLS potessero essere realmente concepite; trionfi a livello di College; soprattutto un’impronta ben definita nella Nazionale degli Stati Uniti che riuscì nella prima grande impresa calcistica della sua storia: ai Mondiali brasiliani del 1950, gli Usa batterono addirittura l’Inghilterra (1-0), dopo una partita rimasta della leggenda del calcio, non solo americano. Ecco, non solo cinque undicesimi di quella squadra erano originari di St. Louis, ma l’unico media a coprire quell’evento negli Stati Uniti fu proprio il St. Louis Post-Dispatch. Proprio in virtù di una storia così importante, l’esultanza collettiva di St. Louis dopo l’ingresso in MLS ha stupito più che sorpreso solo chi non vive dalle parti del Gateway Arch, la porta sul mitico West della città, costruito paradossalmente dopo che tutti questi trionfi sportivi erano già passati all’archivio della memoria. In una città che è andata avanti in tutti gli sport, seppure tra alti e bassi – in NHL ora ci sono i St Louis Blues, in MLB ci sono i St Louis Cardinals –, il calcio è rimasto a lungo escluso dalle dinamiche cittadine e non solo, quasi snobbato dalla politica, fino ancora al novembre 2018, quando il progetto St. Louis-MLS rischiò il naufragio dopo il rifiuto della città di finanziare, con 60 milioni di dollari di fondi pubblici, parte del nuovo stadio previsto nel progetto presentato alla lega. Il soccer, però, vive e pulsa nelle strade, è parte integrante della comunità, non solo perché ha dominato per decenni – e domina ancora oggi – la scena sportiva a livello amatoriale e collegiale: si stima che a St. Louis ci siano circa 40-50mila bambini iscritti alle varie scuole calcio, organizzate e strutturate – con ricostruzioni certe – fino dal 1880, quando immigrati dalla Gran Bretagna e soprattutto dall’Irlanda trapiantarono il gioco in città, e iniziarono ad allevare i migliori calciatori dello stato. La crescita generale di questo sport nel corso degli ultimi venti anni ha portato città più attrezzate, popolose, ricche e influenti a superare St. Louis in più di una corsa al posto nel professionismo, ma ciò non ha tolto la passione per questo sport ai St. Lousians, Taylor Twellman, nativo di St. Louis, uno degli undici giocatori nella storia della MLS ad aver segnato almeno 100 gol, ha chiarito come questo amore per il gioco sia radicato nella storia della città: "Per come conosco St. Louis, per come l’ha conosciuta mio padre, per come l’hanno conosciuta i miei zii e i miei nonni, il calcio è sempre stato il cuore pulsante di tutto. Credo che STL sorprenderà molti per la passione che porterà sui campi della MLS". Contestualizzata la situazione e ricostruito il background storico, quello che potrebbe a questo punto sembrare un investimento sicuro della MLS in un mercato dove la fame di calcio è evidente, rappresenta anche una scelta con lo sguardo rivolto al futuro, al progresso e alla sostenibilità del progetto. La proprietà della nuova franchigia di St. Louis sarà la prima a maggioranza femminile nella storia della Mls, una novità importante in una nazione e in un periodo storico in cui le donne nel calcio hanno alzato la voce e costruito un dibattito su tantissimi temi. A guidare il club saranno Carolyn Kindle-Betz e altre sei donne della famiglia Taylor, tutte di St. Louis. Si tratterà di un’ulteriore spinta nella rincorsa al titolo di “Soccer City”, oggi messo in discussione da Portland e Seattle, ma rappresenta anche un’immagine di straordinaria normalità nella scelta, una “prima volta” fortemente progressista in un mondo da sempre etichettato come maschilista, ma che in realtà ha trovato terreno fertile e disponibilità da parte della MLS. Sicuramente una proprietà a maggioranza femminile porterà una prospettiva del tutto nuova al tavolo dei presidenti nella lega, coinvolti praticamente in tutte le decisioni delle varie franchigie. Un modo di vedere le cose che dovrà svuotarsi da quelle residue convenzioni o preconcetti che da sempre caratterizzano le proprietà condivise da uomini, con possibilità di vie alternative e futuribili nelle fase decisionali. Una proprietà al femminile è anche una scelta con interessanti sbocchi commerciali: l’appeal della squadra presso il pubblico femminile, già di per sé molto attivo negli Stati Uniti, potrebbe infatti giovarsene. Un altro aspetto per cui la città del Missouri ha battuto la concorrenza di Sacramento per il posto numero 28 in MLS riguarda proprio il coinvolgimento dei Taylor, famiglia locale che ha permesso di evitare fondi pubblici per la costruzione dello stadio, e di assecondare le richieste di Don Garber, sempre attento a preferire imprenditori coinvolti sul proprio territorio piuttosto che facoltosi mecenati pronti a dirigere società da lontano, come sarebbe stato nel caso di Sacramento. Ora per il progetto St. Louis in MLS c’è tempo fino al 2023, e ci sono tante decisioni che i proprietari dovranno prendere nei prossimi mesi. Saranno mesi intensi e complicati, scanditi da un countdown cittadino di attesa, entusiasmo e passione che promette battaglia a piazze bollenti in MLS come Seattle, Portland (che ha inciso la scritta “Soccer City” sui seggiolini del suo stadio, il Providence Park) o Atlanta. Il nome del nuovo club, così come logo e colori sociali, sono stati scelti coinvolgendo la fanbase. St Louis ha ufficialmente un nome, un logo e dei colori sociali: St Louis City Soccer Club o St Louis City SC. Per lo stadio, Centene Stadium, che sarà dunque finanziato privatamente, il progetto è già pronto: capienza da 22.500 posti, possibile espansione fino a 25mila. St. Louis c’è, è pronta a organizzare ed essere the next big thing del calcio a stelle e strisce. Il pallone tornerà a rotolare nella Soccer City, questa volta finalmente ai massimi livelli. E niente sarà più come prima. MARCELLO RABOZZI In Missouri – il Cave State – la US 66 da St. Louis, che sprizza carisma metropolitano, segue crinali e valli offrendo una strada serpeggiante e a curve. Porzioni veramente difficili le valsero il sopranome di “Bloody 66”. Il Missouri mantiene almeno 483 km della storica strada, ed è proprio questo stato che le impose il nome ROUTE 66. Il Missouri è riuscito a conservare una buona dose di memoria dell’autentica Route 66 in una byway contrassegnata da insegne, location storiche, trading post, diner, musei ad attrazioni. Il Missouri é stato il primo stato a erigere le insegne sulla storica US 66. L’allineamento storico si basa sull’originale strada del 1935. La Route 66 nel Missouri eredita il percorso della State HWY 14 del 1922, poi ampliata su quattro corsie nel 1950 per offrire maggiore conforto in tutta la sua lunghezza di 482 km. Oggi non esiste una cartina moderna che mostri l’originale Route 66 a due corsie benché molte sezioni sopravvivano ancora, conservando cimeli storici tramite insegne, motel, attrattive. Il percorso parte da St. Louis e giunge a Joplin. Il viaggio inizia a St. Louis: la città più grande sulle Route 66 tra Chicago e Los Angeles. St. Louis fu fondata sulle rive del Mississippi River nel 1764 e divenne la "Gateway to the West". Lewis e Clark partirono da qui nell’epico viaggio attraverso terre sconosciute verso il Pacifico. Cacciatori di pellicce e mercanti di pelli usarono St. Louis quale avamposto d’approvvigionamento prima di partire alla volta delle Rocky Mountains. I cercatori d’oro lasciarono St. Louis alla ricerca della ricchezza nel West. Immigranti e coloni affrontarono l’immensità delle praterie partendo da St. Louis, tanto che si può ben dire che St.Louis ha messo in moto una nazione e ha segnato la strada per l’ovest a chi cercava una vita migliore. La Route 66 vi giunse nel 1926 e perpetuò la tradizione dei viaggi che aveva preso piede un secolo prima. Il percorso della Route 66 attraverso St. Louis si perde in un dedalo di numerose tracce che si confondono, più che in qualsiasi altro punto della Mother Road. Molti vecchi quartieri che confinavano con la Route 66 non sono più riconoscibili come Route 66 storica, ma nonostante ciò tantissime sono le testimonianze della 66 a St. Louis. Ted Drewes è sulla vecchia cintura della storica Route 66, oggi Interstate 270. TED DREWES FROZEN CUSTARD al 6726 di Chippewa è una sosta da non mancare per gustare il famoso gelato definito “concretes” per la sua solidità, popolare già dal 1941. Ancora oggi la gente transita nelle giornate di sole per gustare una tipicità che accompagnò i viaggiatori sulla Route 66. Anche il DONUT DRIVE INN – restaurato alla sua gloria – è un edificio del 1952 che vendeva donut freschi: il suo neon è uno dei migliori dell’area di St. Louis. Conservato anche l’EAT‐RIDE DINER sulla vecchia Route 66, si trova da oltre settanta anni sull’angolo della 622 Choteau Ave e 7th a sud del downtown cittadino: è una vecchia tradizione della Route 66 a St.Louis. Ha visto tanto “traffico 66” e ancora oggi serve un pasto veloce. Vale la pena curiosare a FOREST PARK, zona storica di St. Louis attraverso la quale si snodava l’originale Route 66. Tra le tante attrattive ospitate nel parco anche il MISSOURI HISTORY MUSEUM ed il SAINT LOUIS ART MUSEUM. Originalmente fu costruito quale primo monumento negli USA a Thomas Jefferson, ma nel 1904 diventa il fulcro dalle World’s Fair.
Appena fuori St.Louis la tappa ad EUREKA vale la visita al Route 66 State Park. Il visitor center è l’ex Bridgehead Inn, risalente al 1935 sull’originale Route 66. Una mostra offre uno sguardo completo sulle Route 66 in Missouri con foto, oggetti, ritagli di giornali. Si possono vedere le splendide architetture degli edifici e delle cittadine che fiancheggiavano la Mother Road dal 1930 al 1960 in Missouri, e i souvenir che un tempo i turisti compravano viaggiando nel Missouri. Per gli appassionati collezionisti ed amanti del turismo, una bella collezione di chiavi di camere di motel è rappresentativa del boom commerciale che la strada 66 offrì ai vacanzieri, con la disponibilità di alloggi lungo il percorso. Notevole è il gift shop per appassionati di Route 66. La location del parco è vicino alla città di St. Louis e offre una fuga nella natura: oltre quaranta esemplari d’avifauna, zone per comodi picnic e sentieri per passeggiate sono distribuiti in tutto il parco. CUBA lungo il Route 66 corridor – conosciuta come Route 66 Mural City – propone arte e sculture in tutta la cittadina: dodici murali del Viva Cuba Mural Project adornano alcuni edifici, ognuno con la sua storia, ed ognuno dipinto da diversi artisti. La città narra le sue vicende storiche – compresa la Guerra Civile – sui muri: il Presidente Harry S. Truman visitò Cuba durante un giro di campagna presidenziale sulla storica strada; anche Bette Davis e la pilota Amelia Earhart visitarono la città in occasioni distinte. I suoi ristoranti sono sempre un "must stop" per i viaggiatori della Route 66, mentre la Crawford County Courthouse locale offre una mostra sulla Route 66 nei tre piani dell’edificio storico del 1938: non tutte le piccole cittadine possono vantare un museo della propria storia quale il Crawford County Historical Society & Museum. Tra gli alloggi autentici il The Wagon Wheel Motel, reperto storico tanto che la sua presenza sulla Route 66 data 1930: a oggi é il motel a gestione più longeva sulla US 66. Il suo ristorante è un negozio di souvenir e la pompa di benzina non è più attiva, ma il Motel continua a offrire alloggio ai viaggiatori dopo settantacinque anni dalla sua apertura. The Wagon Wheel Motel fu tappa turistica famosa ed oggi ‐ grazie all’acquisizione da parte di un residente ed al suo completo restauro ‐ risplende come nel passato con bei bungalow in un grande giardino, dietro a quella che soleva essere una stazione di rifornimento ed un garage. Queste attrattive turistiche fornivano ai viaggiatori sulla Route 66 una serie di servizi tra i quali le riparazioni d' auto, il rifornimento di benzina, spesso la ristorazione con un ristorante ed ovviamente un motel sistemato attorno al parcheggio auto. La segnaletica stradale “Washington” ed “Historic Route 66” segnala un altro reperto vintage sulla Mother Road di Cuba: é la vecchia stazione di servizio Carr Phillips 66 Service Station del 1932, all’angolo tra Washington e Franklin Street. Wallis Companies é la proprietaria che ha restaurato questa vecchia stazione di rifornimento. Il suo quartier generale é proprio di fronte in un edificio moderno colorato. Oggi quest’azienda gestisce una catena di minimarket, tra i più diffusi nel Midwest. Tre murali adornano la vecchia stazione di benzina narrando eventi della vita del proprietario Bill Wallis e della comunità di Cuba grazie alla mano dell’artista Ray Harvey. A quattro miglia ad ovest di Cuba c’è la frazione di FANNING: é la location della sedia a dondolo più grande del mondo della Route 66 entrata nel Guinness dei Primati. La sedia è alta 10 metri ed attira viaggiatori per qualche scatto fotografico; l’attiguo trading post 66 OUTPOST vende ricordi ed é un buon punto di sosta sul percorso. STANTON é invece la sede delle celeberrime Meramec Caverns – grotte sotterrane con stalattiti e stalagmiti che si percorrono a bordo di un veicolo in un tour accompagnato ‐ uno dei nascondigli del famoso fuorilegge nativo del Missouri, Jesse James. Furono aperte commercialmente da Lester Dill negli anni ’30 e vantavano un parcheggio per 300 auto, luce elettrica ed una grande pista da ballo. E’ una delle soste turistiche più famose sulla Route 66. Il bandito Jesse James ne frequentava i sentieri e gli anfratti molto prima che questa strada fosse celebrata come superstrada. Ancora oggi continuano le leggende sul bandito con racconti sui vari nascondigli nelle montagne Ozarks. Tra le attrattive da visitare: The Jesse James Wax Museum e Stanton Toy. Il Missouri vanta sicuramente un numero impressionante di grotte sotterranee, tanto da guadagnarsi il soprannome di Cave State. ROLLA a metà strada tra St. Louis e Springfield ‐ si pronuncia RAW‐LA ‐ iniziò quale avamposto ferroviario nel 1855: qui finiscono le praterie e iniziano le montagne Ozarks. Nei vecchi tempi della Route 66 le Ozarks erano una meta vacanziera per chi fuggiva dalla città. Sulla strada The Hooker Cut ‐ tra Rolla e Waynesville ‐ é un taglio netto nella montagna, profondo 12 metri che consentì il passaggio della storica strada tra le montagne, in un paesaggio di contrasti. A Rolla c’è la sede della Missouri University of Science and Technology, molto conosciuta anche in campo internazionale per le sue facoltà d’ingegneristica e di scienze del computer. E’ anche il quartier generale della Mark Twain National Forest nonché area di viticoltura Ozark Highlands American Viticultural Area, che fu impostata all’origine dagli immigranti Italiani. Rosati Winery Museum ad esempio é la più antica vinicola della Ozark Highlands wine region ed anche una delle più antiche di tutto il Missouri. Che dire poi dei negozi o empori di modernariato sulla Route 66? Il Missouri ne conta parecchi da curiosate e scoprire, poiché catturano per fascino e per le tante cose vecchie: scatole di latta di biscotti o di tabacco, dischi, cassette, radio, elementi elettronici vari, gioielli, vestiti, poster, cartoline, targhe, libri e vecchi giocattoli. Basti citare Totem Pole Antiques Old Trading Post, che aprì nel 1933: é l’esercizio commerciale più antico ed ancora in servizio della Route 66 in Missouri. Offre vero antiquariato e vari ricordi della Route 66 oltre a delicatezze tipicamente locali. E’ gestito da due “veterani” della 66, Jones e Alice che lo dirigono da 30 anni. Uno dei gioielli storici della Route 66 é la comunità di DEVIL’S ELBOW: qui sembra che i decenni si susseguano lontano dal rumore e dal traffico dell’Interstate. Negli anni ‘30 e ‘40 Devil's Elbow era una località di villeggiatura con chalet, canoe ed il famoso Munger Moss Sandwich Shop che fu poi spostato a Lebanon. Lo storico alloggio Elbow Inn risale agli anni ’30, costruito da Nelle & Emmett Moss. E’ un posto per mangiare un ottimo barbecue sul fiume Big Piney River: ancora oggi affumicano la propria carne per il BBQ, luogo pittoresco e curioso, con biliardo, tavoli e sedie ed un fornito bar. Al suo interno dal soffitto pende una vera marea di reggiseni, ricordi e trofei dei viaggiatori. Elbow Inn Bar and BBQ Pit occupa esattamente lo stesso posto dell’originale Monger Moss Sandwich Shop del 1929. All’esterno esistono ancora poster originali d’epoca che promuovono le mitiche moto Indian. E’ certamente un locale da non mancare, raduno di molteplici motociclisti che qui trovano veramente l’autenticità di un luogo storico delle Mother Road. Devil's Elbow Bridge é un antico ponte di ferro in un bosco: fu famoso per essere pericoloso, spesso ostacolo letale sulla Route 66 ai guidatori che si trovavano improvvisamente immersi nelle brume del mattino. Viaggiando verso est ci si trova immersi nel bel paesaggio delle Ozark Mountains con le sue piccole comunità pittoresche: St. Robert, Waynesville, Buckhorn, Laquey ed Hazelgreen, tutte validi esempi delle tappe storiche sulla Route 66. Tra le tante curiosità conservate lungo la US Route 66, una bella fermata dell’ antica diligenza nel cuore di WAYNESVILLE. la Old Stagecoach Stop del 1853; in passato taverna, poi alloggio, fu usata anche come ospedale dalle truppe dell’Unione durante la Guerra Civile. L’Old Courthouse Museum é accanto alla Old Stagecoach Stop. Il Route 66 Candy Shoppe – emporio di caramelle classico all’Americana ‐ si trova invece attorniato da delle serie di attrattive kitch, ma che ricreano efficacemente il divertimento classico d’epoca della Route. Lebanon é una bella cittadina, importante tappa sulla Route 66 con servizi indirizzati ai viaggiatori. Infatti, uno dei primi motel sull’highway fu Camp Joy, che aprì nel 1927 quale accampamento alla tariffa di $0.50 a notte. Più tardi si aggiunsero cottage abbinati a pompe di benzina e negozi di generi alimentari. Oggi ritroviamo il famoso Munger Moss Motel ed il Wrink’s Food Market, vera istituzione per oltre 50 anni. Ai tempi in questo negozio si vendevano panini alla Bologna per 99 cents! Il Munger Moss Motel rimane una vera a propria Vintage Auto Court che richiama ai tempi gloriosi della Route 66! Per generazioni è stata la "home away from home" dei viaggiatori ed ancora oggi offre alloggio con tutti i servizi del caso dei tempi moderni: semplice, pulito e pieno di ricordi. La Neon Heritage Preservation Committee, la Route 66 Association of Missouri ed il National Park Service hanno contribuito a restaurare l’insegna che fu riaccesa nel Novembre 2010. Il Bell Restaurant continua a servire pietanze ai viaggiatori affamati. Lebanon conserva molte memorie storiche della Route, vere e proprie attrattive: una di queste é il nuovo museo nella Laclede county library che oltre ai tanti ricordi e reperti, ha ricreato i veri ambienti tipici degli esercizi commerciali lungo la strada. La stazione di benzina Texaco è esattamente come le originali degli anni '50 e '60. Springfield é la "Queen City of the Ozarks" e si trova nel cuore di queste belle montagne. E’ una cittadina moderna nata sull’Interstate 44. La Route 66 è nata proprio qui il 30 Aprile 1926 quando le autorità cittadine inviarono un telegramma proponendo il nome alla nuova superstrada. La Route 66 Association of Missouri ha denominato Springfield luogo di nascita ufficiale della Route 66 con un’insegna ora posta sul versante orientale della Park Central Square. Oggi Springfield mischia passato e futuro proprio nel punto ove la Route 66 attraversava il suo centro. Una delle prime visite in città è il The Route 66 Information Center per poter collezionare cartine, informazioni e scoprire circuiti da fare. Il momento migliore per celebrare la Mother Road nella Queen City é il Birthplace of Route 66 Festival ad Agosto: la città festeggia la storia della Route 66 con 3 giorni di festival pieni di spettacoli, eventi, competizioni, intrattenimenti e auto in bella mostra sulla sezione delle 66 di Springfield. Il festival offre tante attività e svaghi: la Route 66 Parade ed un mercato con banchi all’aperto, uno show di moto e di auto, una gara di moto e due serate di concerti al Gillioz Theatre, cinema al drive‐in una maratona ed un chiacchierata di autori, artisti, collezionisti e associazioni della Route 66 al The Old Glass Place, 501 E. St. Louis St., dove gli aficionado della Route 66 mettono in vendita vari prodotti. Un buon boccone, rimanendo in tema, si gusta nel cuore di Springfield da Tubby’s Diner: colazioni, pranzi e cene in un’ambientazione, giusto scenario alla storica strada. E’ sempre aperto, tutti i giorni dalle 7 del mattino alle 8 di sera. Un altro classico assoluto è Steak 'n Shake che fa parte della tradizione di Springfield da 50 anni ed è ancora in voga: é un diner con servizio anche in auto, risalente al 1962; l’unico rimasto di questa catena di ristorazione in franchising ed anche l’unico ancora con servizio ai clienti seduti in auto! Sulla piazza centrale si trova il teatro Gillioz Theatre in stile Spanish Colonial Revival del 1926, perfettamente restaurato e riaperto nel 2006. Qui lo spettacolo con musica è assicurato. Mentre nella storica piazza centrale di Springfield si trova l’History Museum on The Square, che include lo storico edificio Berth ed il Fox Theatre con una varietà di esposizioni ed informazioni su tutto quanto c’è da sapere su Springfield. Per il 2016 l‘History Museum On The Square inaugura completamente rinnovato con una sezione intera dedicata alla Route 66. Per dormire si sceglie un alloggio che riporti proprio alle atmosfere storiche della 66: da 75 anni il Best Western Route 66 Rail Haven ha dato il benvenuto a ospiti di tutti i paesi del mondo. L’hotel è nel National List of Historic Places. Non si può mancare quest’esperienza: qui Elvis Presley dormì nella camera 409. Le vecchie pompe di benzina con l’insegna Sinclair sono ancora una delle attrazioni di maggior fascino. Springfield sulla Route 66, ne conserva ancora una presso la quale sostare per immergersi nella memoria storica del viaggio sulla Mother Road. Gli appassionati di vintage devono raggiungere la piccola cittadina di HALLTOWN a soli 14 km. ad ovest di Springfield: é un vero Tesoro di aneddoti e di antichità della Route 66. Piccola, quasi addormentata, Halltown cattura per il suo fascino che la rende un classico del Missouri. Molto forte la presenza della chiesa nella vita quotidiana: tante, infatti, le parrocchie che si alternano a vecchi edifici decadenti e nuovi, moderni ed immacolati. Chi ama il modernariato curiosa da Whitehall Mercantile, che occupa due piani di un edificio sulla storica Route 66 – "Mainstreet USA." Costruito nel 1900, all’origine era un general store con un ufficio postale a pianterreno. La 66 aiutò la trasformazione di Halltown nel diventare "the antique capital of the world". Era una cittadina di 190 abitanti con ben sette negozi di antiquariato, ognuno specializzato in qualcosa di diverso: dalle bambole alle lampade. La cittadina ha sempre avuto un forte carattere. Per trovare un drive inn di tutto rispetto si va a CARTHAGE che dista solo 93 km. da Springfield: il Drive In Theatre è in assoluto il più bello e meglio restaurato di tutta la Route 66. Risale al 1940 ed è stato riaperto nel 1998. Vi si proiettano film ogni venerdì, sabato e domenica sera. Fu uno dei nove drive in che esistevano sulla Route 66 e fu costruito dagli imprenditori William D. Bradford e V. F. Naramore nel 1949 e fece parte di un boom del periodo, dopo la Guerra mondiale. La Route 66 scorre attraverso Carthage a circa un isolato dalla Town Square. Lungo il suo percorso sorge il famoso Boots Motel, un classico esempio di Streamline Modern Architecture, uno degli ultimi rimasti sulla Route 66. Arthur Boots costruì il Boots Motel nel 1939 "At the Crossroads of America." All’epoca fu veramente un albergo moderno con tanto di radio in ogni camera, docce piastrellate, pavimento riscaldato con termostato, aria condizionata e garage. Si dice che anche Clark Gable vi abbia soggiornato. Il "Motel" fu salvato dalla demolizione grazie alla passione di due sorelle che l’hanno restaurato com’era all’origine nel 1949, con cinque camere completate e disponibili dal 2012. Tutte le camere ad oggi disponibili forniscono letti doppi; non c’è la televisione poiché Carthage non l’aveva fino al 1953, quindi Boots non la offre ma in compenso in ogni camera c’é la radio, così com’era pubblicizzato negli anni ’40. Internet gratuito e praticamente invisibile in queste abitazioni decorate in stile anni ’40. Alcuni servizi moderni quali ad esempio il dispensatore di sapone nei bagni, sono temporanei in attesa di poter trovare elementi in stile d’epoca. Si può parcheggiare l’auto proprio davanti alla camera come si faceva ai tempi ed il parcheggio é abbastanza ampio da consentire posto anche a camper. E’ veramente un’ “esperienza66” poter soggiornare in un autentico edificio Art Deco‐Streamline Modern, che attualmente Trip Advisor segnala quale "Best Motel in Carthage"! L’ultima tratta della storica Route 66 nel Missouri conduce a JOPLIN, prima del confine con lo stato del Kansas: dislocate all’incrocio tra le Interstates 44 & 49 e la Route 66. La cittadina lega il suo nome a Bonnie e Clide che nel 1933 vi stracorsero ‐ nascosti in un appartamento ‐ alcune settimane, lasciando ovviamente cadaveri durante la fuga. La Missouri Advisory Council on Historic Preservation ha nominato la casa ove la coppia soggiornò al 34th Street e Oak Ridge Drive per entrare nel National Register of Historic Places, per il significato storico ed architettonico. Numerosi edifici di Joplin sono già inseriti in questa lista soprattutto le belle residenze Vittoriane del Murphysburg Historic Residential District e, recentemente la città ha intrapreso progetti di restauro sulla Main Street, quartiere del downtown che si trova sulla Route 66 rinnovando facciate, marciapiedi, aggiungendo lampioni in stile e panchine. Un trolley compie il tour della cittadina evocandone il passato. La storica strada portò a Joplin traffico, commercio e notorietà tanto che Bobby Troupe scrisse la canzone “Route 66” e scelse di citare citare Joplin in un verso. Oggi al City Hall si trovano tre murali: Joplin at the Turn of the Century, Evolution of a Mural, Route 66 attraverso i quali si ottiene un assaggio anche sull’artista Thomas Hart Benton e su come suo nipote Anthony Benton Gude abbia interpretato la città nel 20° secolo. Nel 2014 è stato inaugurato il Route 66 Mural Park, parco accanto alle strade Seventh e Main — ove si allineano due corsie della Route 66 – che mostra una mezza porzione di una Corvette del 1964 incastonata nel muro. Il murale include due dipinti dedicati alla Route 66: “Cruisin’ into Joplin” e “The American Ribbon”. Tra la 7th Street e la Schifferdecker Avenue, si trova un pezzo originale delle Route 66 del Missouri, quella che univa l’Oklahoma ed il Kansas a Joplin e divenne l’America’s Main Street. Se si va in direzione Route 66 ad est di Joplin si nota che la strada attraversa alcuni quartieri storici tranquilli. In uno di questi c’è ancora una stazione di benzina in stile originale Phillip’s Cottage Style: uno sguardo indietro nel passato quando questa strada ora tranquilla, era un movimento continuo di una nazione in spostamento! Olimpiadi, il mistero di Frank Bizzoni: Olimpiadi di St. Louis 1904 da italiano o americano?2/1/2022 GIANMARIO BONZI Giornalista e Telecronista presso Eurosport Italia Non si finirà probabilmente mai di scoprire nuovi partecipanti, nuovi risultati e magari anche nuove medaglie relative all’edizione dei Giochi di Parigi 1900 e, soprattutto St Louis 1904. I Giochi più disastrati della storia, che portarono quasi al collasso la creatura voluta da Pierre de Coubertin, a causa soprattutto dell'inserimento della manifestazione all’interno dell'Expo, in un caso in Francia, nell'altro negli Stati Uniti. Più che Giochi, sagre da strapaese, con mille gare che nulla avevano e hanno a che vedere con lo sport. Per fortuna le Olimpiadi sono riuscite a sopravvivere a tali strazi.
La terza edizione si svolge a Saint Louis, negli Stati Uniti, nel 1904. È un edizione “povera”, soprattutto a causa delle difficoltà nel raggiungere la città nel cuore degli Usa; la partecipazione è decisamente bassa. Solo dodici le Nazioni in lizza, mentre gli americani, presenti in gran numero, vincono 77 delle 95 medaglie d’oro (è la prima volta che vengono assegnate le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo per i primi tre classificati). L'Italia non partecipa a quella rassegna, non si è in grado di sostenere le ingenti spese. Ecco però che un italiano, un lodigiano, ha la ventura di misurarsi in quell’agone a dir poco piuttosto "strano", ma è stato riconosciuto solo pochi anni fa. Francesco Filippo Bizzoni era nato a Lodi nel 1875. Il cognome esiste nel Lodigiano, ma al di là dei documenti dell'anagrafe che provano la sua nascita, non si trovano altri riferimenti. Nel 1898 il giovane emigra in Inghilterra, dove, a Bournemouth, lavora quale cameriere. È il periodo in cui l’emigrazione italiana è indirizzata verso diversi Paesi, la situazione, spesso di miseria induce a cercare fortuna altrove. Nel 1903 Bizzoni attraversa l’Atlantico e si reca a New York. Il suo "inglese" dev’essere "passabile" e così trova lavoro quale autista e cameriere al New York Club. Da allora il suo nome diventa Frank. Ha la passione per la bicicletta, si cimenta in gare e mostra di saperci fare nello sprint. Decide di andare a Saint Louis. È probabile che qualche persona caritatevole lo abbia aiutato nel sostenere il viaggio e poi il soggiorno. Le gare si richiamano a un autentico pionierismo che non ha riscontro con l'oggi. Queste le distanze: un quarto di miglio, un terzo, mezzo miglio e così via fino alla tirata più lunga di 25 miglia. Bizzoni partecipa alla gara più breve, supera il primo turno, ma in semifinale è battuto dall’americano Billington. Frank, finita così la sua avventura olimpica, torna a New York dove continua a gareggiare ottenendo qualche successo. Non si sa nemmeno se riesce a costruirsi una famiglia. Gli organizzatori dell'Olimpiade lo avevano iscritto quale "americano", ritenendolo uno dei loro. Si apprende invece da un censimento dell’epoca che nel 1917, quando si arruola nella Us Army e partecipa alla prima Guerra Mondiale, è ancora cittadino italiano. Si sa che riesce a cavarsela senza danni, torna a New York, nel Bronx, dove muore nel 1926. Dopo la sua morte, fu organizzata la "Francesco Bizzoni Memorial Race", una competizione che si svolse per un certo numero di anni: Lodi – Bournemouth – New York – Saint Louis, questo il lungo percorso di Francesco Filippo Bizzoni che volle onorare lo sport tramandato dalla mitica Olimpia. EVELYN ASTEGNO Artist at Evelyn Astegno Art The primary intention of my religious paintings is depicting God’s love for us, a love that can be emanated from Himself or, indirectly, from any creation of Him. God’s love is absolute, regardless of how we perceive it in our limitations. In my work "The Madonna and Her Children" I wanted to represent a realistic young holy Mary loving her Son and loving us as her children as well. I painted her physical features in accordance with the descriptions in Marian apparitions to different saints and lay people as well. Although the colors of skin hair, and eyes differ from one description to another, I noticed how much the “shapes” and other details are actually similar. All the descriptions report the Holy Mary as incredibly beautiful. Marian apparitions are considered expressions of Mary’s ongoing motherly care for the Church and humanity. United to her Son, Mary is capable of a love that is difficult to imagine here on earth. Here is how St. Louis de Montfort describes her love in his book “True Devotions of Mary"; "she loves them tenderly, more tenderly than all the mothers in the world together. Take the maternal love of all the mothers of the world for their children. Pour all that love into the heart of one mother for an only child. That mother’s love would certainly be immense. Yet Mary’s love for each of her children has more tenderness than the love of that mother for her child." But how does the Holy Mary love us? First of all, she understands and feels our sufferings more than any other human could, as her martyrdom was longer and greater than all of the martyrs (although hidden to people), according to St. Alphonsus Liguori. Secondly, she shows us the path to eternal life and helps us avoid dangerous pitfalls. So, as she lovingly holds her Son who sleeps confidently in her arms and transmits her the originary love, she invites us under her mantle for protection, direction, and true comfort. The rough background, as well as the raw fabric, suggests the human/earthly nature for our Mother. The twelve stars symbolize the 12 Apostles and the 12 Tribes of Israel. Moreover, the ample circle in which they are inscribed, hint at the divine embrace that accompanies and evokes the one of Mary for Jesus and for us. My painting depicting the "Pietà", which I put the finishing touches on last week, has a different backstory. However, there is a direct correlation to my previous work "The Madonna and her Children". As some of you may know, I’m open to requests regarding subjects of faith if they are deeply felt by relatives, friends or just about anybody. I'll then paint these requests according to my interpretation. When I asked my dearest friend Robyn a few months ago (before she passed away) whether she had a favorite religious topic, she reluctantly mentioned (she didn’t want to push me) that she would love for me to paint a "Pietas", a popular depiction of the Blessed Mother Mary holding the deceased Christ crucified. She stressed that she saw a deep connection to my previous paintings, i.e., my painting of the crucifixion "The Glance of Love" and "The Madonna and Her Children". At first, I didn’t grasp the connection. Then, suddenly, it became clear. In this work, I used Robyn's reflection and I depict the Madonna still holding her Child, her crucified Son, with one hand, and with the other hand still reaching out to us her children as she is in my earlier painting. In my interpretation of this scene, this is not only an invitation for us to follow her Son but also the depiction of a loving mother as she offers her Son to us. Mary, a poor and lowly mother, offered the most important thing in her life, something more important to her than her own life, her only Son. She actively offers her Son to us in the midst of the deepest suffering she has ever experienced. The expression on her face is sorrowful yet loving at the same time. There is no greater love on earth than this act of sacrifice. This is my depiction of a divine love in Mary. I am a native of Vicenza in the Veneto region of north-eastern Italy. Currently I reside in St. Louis where I specialize in religious artworks. My paintings have been displayed in numerous galleries of art throughout the United States and Italy. These pieces are available for purchase. For inquiries, please contact me at 636-346-0764 or iceyes30@hotmail.com
GIORGIO NARDINI Guida turistica con Viaggi-USA A circa quattro ore da Chicago, Saint Louis si affaccia timida sul Mississippi sbirciando verso l'Illinois e protetta dal famoso arco di metallo che ne contraddistingue la skyline. Fondata da mercanti di pellicce francesi nel 1764, è ora una tranquilla città del Midwest con un’ottima reputazione nel campo dell'arte, dell'architettura, della musica blues, delle biotecnologie, della medicina e del baseball. I St. Louis Cardinals sono infatti tra le squadre più acclamate della Major League Baseball. L'America meno conosciuta, poco turistica e vera: Saint Louis è uno stop ideale durante un on the road per trascorrere uno o due giorni tra architettura moderna, baseball ed eventi (non perdete il Blues at the Arch ogni venerdì di Agosto). Ecco allora le principali attrazioni da non lasciarsi durante una visita in città: Gateway Arch e Old Courthouse Simbolo e attrazione più popolare della città, il Gateway Arch, costruito negli anni '60, è l'arco più alto del mondo. L'acciaio con il quale è ricoperto scintilla al sole e attrae più di quattro milioni di visitatori l'anno. Oltre ad osservarlo dall’esterno, è possibile entrarci e salire fino in cima tramite un avveniristico ascensore che porta i passeggeri sull’osservatorio. È aperto tutti i giorni dalle 8 alle 18 in inverno e dalle 8 alle 22 in estate. I biglietti sono acquistabili online o di persona alla Old Courthouse ad un prezzo di 3$ per la sola entrata al piano terra, che dà accesso anche al film sulla costruzione dell’arco. Per salire il prezzo è invece di 13$ per gli adulti e 10$ per i bambini (3-15). Il monumento fa parte del Jefferson National Expansion Memorial, gestito dal National Park Service, e non è necessario pagare il biglietto di 3$ se avete la tessera parchi. A due passi dal Gateway Arch, la Old Courthouse di St. Louis, è un palazzo di giustizia risalente al 1800. Qui Virginia Minor, un’attivista delle suffragette, cercò di votare durante le elezioni del 1872 e venne arrestata. All’interno potete conoscere una parte della storia degli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda i primi insediamenti provenienti dall'Europa, la lotta contro la schiavitù e la guerra civile. La Old Courthouse fu infatti teatro di centinaia di battaglie per la libertà, ma una lasciò il segno più delle altre: nel 1857, Dred Scott e sua moglie denunciarono la schiavitù ma la Corte Suprema respinse le loro richieste poiché la costituzione non tutelava gli afroamericani. La vicenda divenne un caso storico e viene oggi ricordata come Dred Scott Decision o Dred Scott v. Sandford. L’entrata è gratuita ed è aperto tutti i giorni dalle 8 alle 17 in inverno e dalle 7:30 alle 20 durante l’estate. Al momento funge da visitor center per il Gateway Arch. Tower Grove Park e Missouri Botanical Garden Allontanandoci dal Mississippi e riversando verso l'entroterra, a circa 10 chilometri dalla Old Courthouse e dall’arco, troviamo due parchi: il Tower Grove Park e i giardini botanici del Missouri. Questi ultimi si espandono per 32 ettari tra orti, giardini e serre. Tra queste c'è la spettacolare cupola futuristica Climatron che racchiude una foresta tropicale: la fitta vegetazione lascia spazio di tanto in tanto a cascate, rocce e 2.800 piante. Tra le attrazioni anche un giardino giapponese e uno in stile vittoriano. Il Tower Grove Park è adiacente ai giardini botanici ed è lungo ben 25 chilometri. Comprende 11 padiglioni risalenti all’era vittoriana, edifici, statue, campi da tennis e da calcio. Durante i mesi autunnali si trasforma in un tripudio di giallo e arancione. Se capitate il sabato, non perdetevi il farmers’ market dalle 8:30 alle 12:30 vicino al Wading Pool Pavilion. Basilica Cattedrale di Saint Louis La Cathedral Basilica of Saint Louis, completata nel 1914 e dedicata a Luigi IX di Francia, custodisce la più grande collezione di mosaici al mondo fuori dalla Russia. I mosaici, che coprono una superficie di quasi 8,000 metri quadri, sono composti da 41,5 milioni di tessere e da più di 7,000 colori. Il seminterrato ospita delle cripte e un museo dedicato ai mosaici, mentre all’esterno sorge una statua in acciaio di 4 metri dedicata alla pace e alla giustizia tra le diverse razze. Papa Giovanni Paolo II visitò la cattedrale nel 1999 e a lui venne dedicata una targa con una sua frase, riportata appunto sulla statua. È aperta dalle 7 alle 17, mentre le messe vengono celebrate alle 7, alle 8 e alle 12. Forest Park Nelle vicinanze dalla cattedrale, il Forest Park copre più di 550 ettari utilizzati per musei, edifici, attrazioni e uno zoo, il famoso St Louis Zoo. Fate un giro in barca, scattate foto alle cascate e ad una delle costruzioni più antiche del parco, la Cabanne House, eretta nel 1876. Tra i musei vi segnalo il Missouri History Museum e il Saint Louis Art Museum. City Museum Entrare all’interno di una balena o esplorare delle caverne? Qui è possibile! Non è il classico museo con opere d’arte e statue, ma consiste al contrario in una serie di oggetti e costruzioni industriali esposti all’interno dell’ex edificio International Shoe risalente alla metà dell’Ottocento. Il City Museum è costituito da quattro piani e da una terrazza con un laghetto e un vero e proprio bus scolastico che sporge dal tetto. Scivoli, scale sinuose, un aereo e un drago sono solo alcune delle simpatiche costruzioni del coinvolgente museo di St. Louis. Biglietti a 14$ + tasse dai 3 anni in su, 12$ + tasse dopo le 17 il venerdì e il sabato. L’accesso alla terrazza richiede l’acquisto di un biglietto di 5$. I bambini sotto i due anni entrano gratis. Laumeier Sculpture Park Allontanandovi dal centro città raggiungerete il Laumeier Sculpture Park in 20 minuti. È l’occasione ideale per sgranchire le gambe ed immergersi nella natura nonché in una serie di particolari sculture. Tra più di 60 opere presenti spiccano The Way, completata nel 1980 e costruita mettendo insieme 18 barili d’olio per un altezza di 20 metri, e Eye, un occhio gigante del 2007 con una circonferenza di 12 metri. Ci sono alcuni percorsi da fare a piedi, tutti molto semplici e adatti a tutte le età. Il parco è gratuito e aperto tutti i giorni dalle 8:30 fino a trenta minuti dopo il tramonto. Busch Stadium È qui che giocano i famosi St. Louis Cardinals vincitori per ben 11 volte delle World Series di baseball. Ovviamente il suggerimento sarebbe quello di vedere una vera e propria partita dal vivo ma se non ne avete l’opportunità potete prendere in considerazione l’idea di fare un tour dello stadio. Potrete provare come ci si sente ad osservare il terreno di gioco dalle cabine di radiocronaca, osservare i trofei vinti dalla squadra di Saint Louis e sopratutto ammirare il bellissimo panorama che si può godere dai gradoni dello stadio sullo skyline della città e sul Gateway Arch. Potete trovare tutte le informazioni su orari e prezzi dei tour visitando il sito ufficiale dello stadio. Anheuser-Busch Brewery Se vi piace la birra Saint Louis, è la città che fa al caso vostro. Ovviamente non potete farvi mancare uno dei birrifici più famosi in città ovvero quello della Anheuser-Busch, uno dei maggior produttori di birra statunitense nota soprattutto per il marchio Budweiser. Una delle attrazioni più conosciute e fotografate sono sicuramente i cavalli Clydesdale, vero e proprio segno distintivo dell’azienda. Ma ovviamente trattandosi di un birrificio non credo vogliate venire fin qui per fotografare solo dei cavalli. Preparatevi dunque a fare uno dei tanti tour all’interno della struttura (ce ne sono ben 5 fra cui scegliere che potete vedere qui) e rifocillarvi al Biergarten uno dei punti di ritrovo della città più apprezzati sia dai turisti che dai locali. Muoversi a St Louis: dove parcheggiare e aeroporti più vicino Saint Louis dista circa quattro ore e mezza da Chicago, lo scalo più importante del Midwest e sulla quale atterrano e partono voli diretti dall’Italia. Altre città vicine sono Indianapolis (390 km), Kansas City (400 km) e Nashville (500 km). I due aeroporti di St. Louis sono invece il Saint Louis Lambert International Airport e il MidAmerica St. Louis Airport. Si dà per scontato che visitiate una città come Saint Louis, poco turistica e piccola, con la macchina, quindi avrete bisogno di trovare un parcheggio per girarla. Personalmente vi consiglio di cercare un lotto chiuso perché alcuni dei posti vicino ai marciapiedi hanno un tempo massimo di sosta di due ore. Ad esempio, il QuikPark ha una tariffa oraria di 2$ ed è centralissimo. Da lì potete arrivare a piedi al Gateway Arch e al Busch Stadium in meno di 10 minuti. Dove dormire a Saint Louis La zona più comoda per cercare un alloggio è Downtown grazie alla sua vicinanza alle principale attrazioni di Saint Louis. Il consiglio ulteriore è quello di considerare un albergo che abbia già il parcheggio, così da non doverli cercare appositamente per visitare la città. Ecco alcuni esempi:
Hyatt Regency Saint Louis at The Arch: posizionato proprio di fronte al Gateway Arch se riuscite a prenotare una stanza con la vista su questo lato sicuramente aggiungeranno qualcosa in più al vostro soggiorno. Drury Plaza St. Louis at the Arch: ampie stanze e una piscina interna con un ottimo rapporto qualità prezzo. Hilton St. Louis at the Ballpark: la scelta consigliata se siete amanti del baseball. Questo albergo è stato infatti costruito a ridosso del Busch Stadium dove gioca la squadra locale dei St. Louis Cardinals. Molte camere dispongono quindi di una bella vista sullo stadio e sull’arco. Chase Park Plaza Hotel: la scelta consigliata se siete amanti del "caffé culture" come noi abbiamo dappertutto in Italia. Posizionato nel quartiere "chic" del Central West End, 5 km dal centro della città. SUSAN VAN ALLEN - BBC TRAVEL Home to the Mediterranean's biggest coffee port and one of Italy's biggest coffee brands, Trieste is a city built on caffeine. In every Italian city, the day's rhythm begins at the café. But in Trieste, a city on Italy's north-east coast, that rhythm comes with a twist. Wander into any café here and, in addition to the familiar clinks of cups and hissing of steaming milk, you'll hear people ordering "capo in b": a mini cappuccino served in a glass that's a favourite of Triestini. It's one of the many reasons why this city sandwiched between Slovenia and the Adriatic in the top ruffle of the boot is unlike anywhere else in Italy. "I thought I needed a PhD to order coffee when I first moved here!" said Maria Kochetkova, editor of In Trieste, an English-language magazine for the city's many expats. "Instead of a 'caffé' (espresso), you order a 'nero'; for a cappuccino you say 'caffelatte'." The list goes on. She and her husband, Francesco Stumpo, an Italian from Savona, happily translate Trieste's unique cafe code to help newcomers. As Kochetkova sees it, connecting with the coffee tradition in this city is one of the best ways to truly become a part of Trieste. Cafes are a second living room for many Italians. After home, this is where social life often unfolds, as people from all generations gather with friends to share the latest gossip and pass the time. But in an already coffee-obsessed country, many people might be surprised to learn that this far-flung border city is commonly considered Italy's unofficial "Coffee Capital". Not only are the Triestini said to drink twice as much of the stuff per year as anywhere else in Italy – an eye-popping 10kg of coffee beans each annually – but it's also home to the Mediterranean's main coffee port and one of Italy's biggest coffee brands: Illy. "Coffee is definitely a thing here," said Alessandra Ressa, an English teacher who moved from San Francisco to Trieste 20 years ago. "Instead of just standing at the bar and drinking a quick coffee like in other Italian cities, here we sit down and take our time, we make appointments with each other for caffe. And you never see anyone walking with a to-go cup." Ressa added that even when she and other Triestini go caving in the limestone grottoes that surround the city, theybring along a specially designed heater, pot and cups, so they can take a break with a buon caffé (good coffee). "It's a special pleasure." Coffee is thought to have first arrived in Italy in 1570 when physician Prospero Alpini brought coffee beans from Egypt to sell in Venetian pharmacies. Though the drink was immediately beloved, it aroused suspicion because of its unfamiliar buzzy effects and associations with Islam. Catholics called it "The Devil's drink" and rallied Pope Clement VIII to ban it. But after one sip, the Pope declared it was so good that it should not be exclusive to the "infidels". By the mid-17th Century, elegant cafes were established in Venice and Vienna, and coffee was revered as a luxurious drink, enjoyed by aristocrats and intellectuals. Trieste started to catch up with this coffee craze in 1719, when its port was declared tax-free under Austro-Hungarian rule. Trade began with coffee arriving from the Ottoman Empire, and Trieste was soon supplying beans to cafes throughout the Austro-Hungarian Empire – including Vienna's famous coffee houses. Giving the city a big boost was Maria Theresa, Head of the House of Habsburg, who goes down in history as the heroine who turned Trieste into a powerful port city. Bizarrely, she never actually set foot in Trieste, but since the Habsburg territories had gone into huge debt during her father's reign, she looked to the city as a money maker. To jumpstart its economy, in 1751 she shrewdly made Trieste open to all religions – a bold move, given that elsewhere, the Catholic Hapsburg family had deported Protestants, required dress codes for Jews and only allowed Catholics to attend universities. Workers and entrepreneurs soon arrived in Trieste from all over the Mediterranean to start companies and build up the shipping and coffee business. Trieste remains a diverse and tolerant city today. It's home to one of the largest synagogues in Europe, a mosque; and its 19th-Century Serbian Orthodox Church, adorned with gold mosaics and spires, adds dazzle to the historical centre. Wander through the city's streets and you'll notice that the local Triestino dialect can sound more Austrian-German than Italian, with touches of Croatian and Greek. And the coffee business continues to thrive. In addition to Illy, founded in 1933, dozens of other smaller companies roast and blend the millions of bags of coffee beans that arrive from all over the world to Trieste's docks each year. "It's great to open the windows when you drive south," said Ressa. "The air from the warehouses is full of the smell of coffee!" Each October (hopefully returning in 2022), there's the Trieste Coffee Festival, when roasteries open for tastings, restaurants create dishes spiced with coffee and there's a "Capo in B" championship to name the city's best barista. Fortunately for visitors, some of the cafes built in the 1800s that were modelled after Vienna's elegant coffee houses can still be found in Trieste's historical centre. It's a great way to blend in with the Triestini, who casually linger amidst chandeliers and potted palms. These were places where James Joyce would hang out after moving to Trieste in 1904, where political rebels would hold meetings and where American soldiers danced with local signorine during the Allies' World War Two occupation. An outside table at Trieste's Caffè degli Specchi, from 1839, is an ideal spot to take in the city's Piazza Unità d'Italia. Locals claim this is the largest seafront square in the world. Arriving here is breathtaking, with one side open to the Adriatic and the rest flanked by a grand Neoclassical expanse of four-storey pale grey and ivory stone buildings. It's a harmonious vision of arches and balconies, with a gold-faced clock at its centre topped by bronze figures who clang it on the hour. As I watched customers slip in and out of the Specchi's red-leather banquettes, I could imagine a Belle Epoque scene of the past, when four cafes filled this square frequented by ladies twirling parasols and gentlemen in top hats. Beyond the piazza there's Caffè Tommaseo from 1830, a cosy series of pearly rooms adorned with sculpted angels and waiters in crisp jackets and red ties, and La Bomboniera from 1836, a jewel box of a pastry shop offering such Austrian goodies as Linzer and Sachertorte cakes. The duo are managed by the Peratoner chocolate company, and to welcome visitors they give out charming cards that translate Trieste's curious coffee language.
Yet the favourite of every Triestino I met is Caffè San Marco, founded in 1914 and located just outside the historical centre. The scene inside is warm and retains its stunning original design, with bronze coffee leaves bordering its ceiling and an antique copper espresso machine. There's a bookstore on site and marble tables full of customers playing chess. Locals consider the owner, Alexandros Delithanassis, a city hero. A former book publisher, he took over the cafe in 2013 and saved it from demise. Delithanassis has turned the cafe's back room into a place for groups to meet and small concerts and book presentations to be held, giving the establishment a community centre vibe. On my last night in the city, I slipped into the back room and joined a gathering of expats who were from places like England, Finland, Egypt, Australia – even Naples. Inevitably, the conversation turned to coffee, and again and again, I heard something that didn't surprise me: since each of them had moved to Trieste, they had found they were drinking much more of it. New Owners of The Gelateria Coffee Company Bring Authentic Italian Gelato and Coffee to St Louis1/27/2022 MICHAEL CROSS President, St Louis - Bologna Sister Cities Italians are masters in many noble fields and endeavors, including the sacrosanct art of drinking coffee. From the vocabulary associated with the beverage and the development of machinery to brew it to a wide variety of coffee blends and some of the world’s oldest cafés, Italy has left an indelible mark on how the world discusses, drinks, and enjoys this celebrated beverage. The enticing flavor of espresso is praised throughout the country and Italians have created an entire science around ordering, brewing and drinking it. Wherever you go in Italy, you can be 100% sure to find a church... and a bar serving coffee.
So, you may ask, what does this extravagant spiel on Italians and their love affair with coffee have to do with the new ownership of The Gelateria Coffee Company on South Grand Avenue in St Louis? Well, you see, the lovely new owners of this cozy café, Andrew and Amanda Fair, are deeply cognizant of authentic Italian coffee culture. Their passion for coffee is revealed through the careful roasting of their beans to the meticulous preparation and beautiful presentation of their cappuccinos and espressos. To all Italians in St. Louis - and to lovers of all things Italian - please consider making The Gelateria Coffee Company on Grand Avenue your next favorite place for your morning caffelatte, your after-dinner espresso, or an afternoon gelato with friends. Newly renovated, The Gelateria Coffee Company provides a comfortable yet refined atmosphere. For the few Triestini in St Louis, you'll certainly be surprised that they offer a "capo in b". For those unfamiliar with this Triestine custom, I've provided a video on how to make it. The Gelateria Coffee Company is located at 3197 South Grand Avenue, Saint Louis, Missouri 63118. Their hours of operation are Monday - Thursday 8 am - 8 pm and Friday - Sunday 8 am - 9 pm. If you're looking for authentic Italian gelato and coffee, Andrew and Amanda Fair have done a tremendous job of recreating a taste of the old world in our diverse St Louis community. THE 2021 ELECTIONS REPRESENT A MAJOR OVERHAUL OF THE ELECTED OFFICIALS WHO REPRESENT ITALIANS IN THE ST LOUIS REGION The Italian Community of St Louis congratulates the new leaders of our local Comites, including CRISTINA GARIZIO-TINNIRELLO of Torino (Turin) in northwestern Italy, who obtained the most votes. Cristina lives in Chicago and works as an experienced and certified translator and interpreter from English and German into Italian. She graduated from the translation and interpretation program at the Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori in Turin, Italy. She then specialized in business, legal and technical translations. In 2011, she obtained her M.A. in Didactics of Italian as a Second/Foreign Language from the Universita’ del Sacro Cuore in Milan, Italy, and then moved to the United States, where she trained and specialized in teaching her native language to young students (kindergarten through 12 grade) in the Chicago area. Cristina is involved in the promotion of Italian language and culture programs throughout Chicago and the Midwest.
Also elected to the the Comites was Dr. Michelangelo Giampaoli, a native of Perugia in the central Italian province of Umbria and a university professor at the University of Illinois. Renowned academic, Dr. Pietro Lorenzini, professor at Loyola University Chicago, was also elected as a representative. Notable losses from the Comites include the following individuals: Mr. Frank Galati of St Louis, Mr. Anthony Gandolfo of St Louis, Mr. Angelo Sita of St Louis, and Mr. Luigi Sciortino of Chicago. The Italian Community of St Louis congratulates those who have won the election and is eager to work with our new representatives in promoting authentic Italian culture and especially the Italian language in our region. Moreover, we are thrilled that there are so many newer and younger candidates who deeply understand the situation of Italians living abroad. We are confident that the new members of the Comites will represent Italian expats in the St Louis region and we are excited for this new chapter in our relation with the Consulate of Italy in Chicago. We also thank our Consul Thomas Botzios for his continued support. MICHAEL CROSS Presidente, St Louis-Bologna Sister Cities Il 3° concerto annuale di Natale delle città gemellate di St Louis e Bologna ha riunito una folla di oltre 250 persone per celebrare le festività. In qualità di presidente delle Sister Cities di St Louis - Bologna, desidero esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che sono venuti al nostro terzo concerto di Natale per il terzo anno consecutivo. Devo ringraziare tante persone per il successo del nostro concerto. Benedetta Orsi è stata brillante come sempre con la sua magnifica voce e siamo fortunati ad averla. Ringraziamo Gail Hintz, pianista, che ha davvero coordinato tutto alla perfezione. Ringraziamo il Coro dell'Università di Missouri-St Louis ed il suo direttore Jim Henry per aver portato a termine un lavoro così spettacolare. Ringraziamo i musicisti della St Louis Symphony Orchestra per aver dedicato il loro tempo per condividere con noi i loro bellissimi doni. È importantissimo per me ringraziare tutti gli sponsor ed i donatori che hanno reso possibile questo evento. Sono eventi come questi che rendono la nostra comunità più compatta e felice. La cultura italiana è ricca di bellezza nella sua musica ed arte. Ringraziamo Evelyn Astegno per averci dato la possibilità di vedere il suo magnifico dipinto La Madonna ed i suoi figli. Che gioia è stato ammirare una Madre Benedetta e un Gesù Bambino così tenero. Natale significa sperimentare la bellezza dei misteri sublimi in cui crediamo. Credo fermamente e spero che siamo riusciti a trasmettervi la bellezza e la pace del Natale durante il nostro concerto. Non vediamo l'ora di rivedervi l'anno prossimo. Colgo l’occasione per porgere i miei più cordiali saluti. In basso potete visualizzare tutte le foto del concerto.
Experience the highlights of the Eternal City and the rolling hills of Tuscany at their finest, including a special visit to Florence. On your 10 day inclusive tour experience stunning architecture, rich history, vibrant culture, and world-class food as we make our way through two of the most beautiful and historic areas of Italy. Spend 5 nights in Rome as we explore the winding cobblestone streets and top highlights of the Eternal City. Take a private tour of the Vatican and Colosseum, walk down the streets of the ancient forum, have dinner in a local home, sip wine on a rooftop bar, and get to truly live like a Roman. Enjoy a day trip outside the city to the famous Castelli Romani, "Roman Castles", and the quaint village of Tivoli. Spend 4 nights in Siena, the heart of Tuscany, exploring hilltop villages, dramatic landscapes, and historic vineyards all while being treated to first-class foods and top-notch wines. We will visit the famous villages of Montepulciano and San Gimignano including a special lunch and wine tasting, plus a guided tour of Florence and the Accademia Gallery, which houses the famous Statue of David. Hotels Expertly selected 4-star accommodations and private transfers to and from the airport. In case you wish to book pre or post tour hotel accommodations, the tour manger can assist with those arrangements. Hotel Genio, Rome, is a perfectly situated 4-star property with a prestigious location in the historic heart of Rome. The location just opposite the famous Piazza Navona Square makes it the ideal base to explore the city with countless landmarks just minutes away. From the modern and elegant Hotel NH Siena, a short walk takes you into the heart of Siena, with its wealth of historical landmarks, Gothic architecture and pavement cafés. What's Included
Former St Louis Police Sergeant Kristine Galati Joins St Louis - Bologna Sister Cities as Treasurer12/13/2021 MICHAEL CROSS President, St Louis - Bologna Sister Cities The St Louis - Bologna Sister Cities organization is proud to announce a new member of our board, Sgt. Kristine Galati, a former sergeant of the City of St Louis Police Department. Sgt. Galati had served the police department for 30 years before she retired. Galati's family comes from Cinisi, a small village near Palermo, Sicily. Sgt. Galati grew up in St Margaret of Scotland Parish on Flora Place in Shaw neighborhood. She recently obtained her Italian citizenship and is currently taking Italian lessons with the St Louis Italian Language Program. We are thrilled to have her on our team and we thoroughly enjoy her enthusiasm for all things Italian. It is an honor to have one of St Louis' finest protecting our Italian community.
STL TV host, Steve Potter, spoke with internationally acclaimed Italian opera singer Benedetta Orsi and president of St Louis-Bologna Sister Cities, Michael Cross, about the upcoming Italian Christmas concert to get everyone in the holiday spirit. The concert is happening Sunday, November 28, 2021 at 7 p.m. at the Christ the King Catholic Church. They also discussed the St. Louis-Bologna Sister Cities organization and what they do in the community. Benedetta is a native of Bologna, Italy. Below you can find the complete interview. JENNA JONES The Riverfront Times Daggett Avenue has a bit more color, thanks to Volpi Foods. After a successful summer search, local artist Jordan Bauer painted the deli and meat shop’s plain white wall and turned it into a colorful salute to St. Louis neighborhood The Hill, as well as celebrating Volpi Foods’ approaching 120th anniversary.
Volpi Foods (5256 Daggett Ave; 314-446-7950) first opened in 1902. Four generations later, the shop is still run by the family and has spread nationwide in grocery stores. CEO Lorenza Pasetti previously said Bauer was chosen due to his mural evoking “the vibrant heritage” of her family’s history and The Hill community. In a press release, the store details the windows displayed in the mural “showcase diversity in the community, bikeable neighborhoods, spaghetti and meatballs, old Italian heritage, the Parish of St. Ambrose and a young and progressive next generation — windows of the past, with many opportunities toward the future.” Bauer received a $6,000 commission for the mural. The deli encourages St. Louisans to come out and take a look at the new mural. Those who come out are invited in to the shop to purchase a sandwich or charcuterie board. Denis Alessio Correspondent, Italian Community of St Louis Andrea Bocelli made his St. Louis debut on Sunday, October 17, performing before a sold-out crowd at The Enterprise Center in Downtown St Louis. The great maestro was accompanied by the St. Louis Symphony Orchestra, conducted by Steven Mercurio, the St. Louis Symphony Chorus, soprano Larisa Martinez, baritone Edward Parks, singer/actress Loren Allred, cellist Ayanna Witter-Johnson, and Bocelli’s 9-year-old daughter, Virginia.
Members of the Italian Community of St Louis and Club Italiano Per Piacere were thrilled to have had the opportunity to meet Bocelli in person before the concert. Others were able to enjoy the concert in a double suite thanks to Michael Cross who was able to coordinate details with Bocelli's personal secretary Luca Cassini. Among the attendees from the Italian Community were: Giovanna Leopardi, Francesca Giacomozzi, Fabio Perla, Kristine Galati, Dr. Ron & Phyllis Farotto, Thomas & Adriana Polesel, Maria Grazia Zampini, Antonio Pipoli, Gina Barruzza, Sam Buzzetta, Anthony & Laura Lancia, Carmelo & Maria Gabriele, and Paolo & Concetta Gabriele. |
AuthorsGiovanna Leopardi Year
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